#Patricia Highsmith, Carol e altre storie interessanti.

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Il punto di partenza è che sto leggendo, lentamente ma con grande soddisfazione il volume di circa mille pagine nel quale, dopo un lavoro di anni che ha richiesto tante ricerche e la lettura di decine di taccuini e quaderni manoscritti da Patricia Highsmith e rimasti non solo inediti, ma anche non letti da anima viva finchè è vissuta l’autrice, in questo Volume dicevo, intitolato Diari e taccuini 1941-1995, curato da Anna von Planta ed edito da La nave di Teseo, che sta ripubblicando l’opera omnia di Highsmith, è raccolto il meglio di una vita passata a scrivere, scrivere anche ogni sera uno sterminato diario personale, che è ad ogni buon titolo, ricco di grande scrittura e letteratura, quanto di cronaca tra la giovinezza negli Stati Uniti e la maturità in Europa, un volume che ci da uno sguardo anche storico degli anni 40/90.

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L’appassionante e mai noiosa lettura di questi diari di una giovane e promettente scrittrice ci mostra una New York vivissima e ricca di cultura dove, sotto l’apparenza bigotta che si può giustamente immaginare, dato che ora come allora è un tratto distintivo di così tante società, una lotta tra il progresso e l’accettazione della realtà contro le forze reazionarie (del patriarcato e della religione, per farla semplice), sotto questa apparenza però già negli anni 40 era vivissima la cultura e la voglia di vita della comunità che oggi chiamiamo lgbtq e che allora forse aveva meno bisogno di definizioni. Dico questo perchè gli amori e le infatuazioni per le donne della sua vita occupano una parte importante nella vita e nei diari di Patricia Highsmith, la quale pur senza un vero e proprio coming out non faceva mistero dei suoi gusti in famiglia, anche se occasionalmente frequentava uomini, essendo una opzione a quei tempi (e forse oltre e ancora oggi) quella di accasarsi con una persona del sesso opposto, per salvare le apparenze così come per avere un ruolo nella società, per poi continuare a coltivare il proprio lato sentimentale più autentico. O forse Highsmith era bisessuale, non ne ho letto abbastanza per saperlo. Sia quel che sia, se vi appassionano le biografie, questa è pure meglio. Non avevo mai letto prima romanzi di Highsmith, ho deciso di iniziare quindi da Carol, uno dei suoi più grandi successi, scritto e pubblicato sucessivamente a Sconosciuti in treno, il romanzo dal quale Hitchcock trasse uno dei suoi film più belli. Carol è la storia di due donne, una ragazza molto giovane, aspirante scenografa per il teatro e il cinema, Therese, che all’inizio della storia vende bambole in un grande magazzino dove Carol, una donna in procinto di divorziare dal facoltoso marito si reca per comprare un regalo per la propria figlia piccola. Tra le due donne, Therese che non ha mai manifestato desideri lesbici prima di quel momento e Carol, che ha un rapporto speciale con la propria migliore amica Abby, scatta qualcosa che potrebbe sembrare un colpo di fulmine, non immediato eppure palpabile, che spinge prima Therese a cercare Carol e poi Carol a cercare sempre più spesso la compagnia della ragazza, inizierà così una storia di amicizia che un po’ alla volta diverrà d’amore, il tutto nell’America degli anni 50. Un idillio che verrà contrastato e messo alla prova dalla società del tempo, ma soprattutto dal marito di Carol, deciso non solo ad avere l’affidamento della figlia, ma anche a contrastare l’omosessualità della moglie, essendo ancora a quei tempi (l’omosessualità) considerata nella migliore delle ipotesi, un disturbo della personalità da curare, una malattia da evitare. Patricia Highsmith costruisce in questo romanzo, come del resto in tutta la sua carriera, una storia appassionante non priva di colpi di scena, rifiutando alcuna etichetta, così come quando scrisse Sconosciuti in treno non intendeva scrivere un thriller, scrivendo Carol non intendeva scrivere un romanzo omosessuale, lei intendeva sempre scrivere storie interessanti. Tuttavia ebbe difficoltà a pubblicare questo romanzo, perché l’etichetta gliel'avevano già affibbiata, e cosi The price of salt (il primo originale titolo del romanzo) uscì sotto lo pseudonimo di Claire Morgan. Patricia Highsmith, da noi famosa soprattutto per la serie Il talento di mister Ripley, ha esordito nell’editoria facendo gavetta come autrice di trame e personaggi di serie a fumetti, conoscendo anche un giovane Stan Lee ben prima dell’universo Marvel. Da Carol è stato tratto anche un film, nelle sale nel 2015, diretto da Todd Haynes e interpretato da Cate Blanchett e Rooney Mara, un film dal buon successo al botteghino. Blanchett vinse il premio di miglior attrice al festival di Cannes e fu film dell’anno per gli AFI Awards, ottenne anche alcune candidature agli oscar e ad altri premi internazionali. Il talento di Patricia Highsmith quindi è tutto da scoprire, per chi non l’avesse già fatto.

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