#Milano Rimini tra dipendenza e affetti, Avere tutto di Missiroli

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Milano e Rimini sono le città di Missiroli, spesso protagoniste alla pari delle persone, dei suoi romanzi, le conosce, le ama, le critica. In Avere tutto Milano è il luogo del lavoro, ma anche del vizio, dell’amore e della sua perdita, a causa del vizio, il luogo in cui tornare, o forse no, se la vita si mette in mezzo, non è detto che sia un male. Rimini è la casa dove tornare, gli affetti e i ricordi, il rifugio e il sostegno in tempi duri, anche però il luogo da cui fuggire giovani per intraprendere una carriera. Il luogo degli amici che non ti dimenticano né ti abbandonano e il luogo dove forse ritrovare l’amore e ritrovarsi. Il protagonista del romanzo ritorna a Rimini in un momento in cui Milano significa carenza di lavoro, lui è un creativo in ambito pubblicitario, libero professionista, con il vizio del gioco, poker, co protagonista della storia, quindi Rimini è anche il luogo nel quale nascondersi dai debiti e tentare una disintossicazione dal vizio, che però è possibile e realizzata solo quando il giocatore si accorge che il tavolo non lo chiama più. Alessandro, questo il nome del protagonista scende a Rimini per trovare il padre e fermarsi qualche tempo, troverà un uomo buono e un po’ misterioso che lo accoglie e lo sostiene, come ha sempre fatto, con poche parole e le azioni giuste. Il padre, Nando, vedovo da anni di una moglie con la quale partecipava a gare di ballo, inventore del salto alla Scirea, ispiratogli da un’immagine ritraente il compianto difensore della Juventus e della Nazionale, intervenire in spaccata volante tra avversario e pallone. Di notte, nella stagione estiva, Nando frequenta, misteriosamente per il figlio, un cinema che, chiuso ai film per il caldo, è una balera di balli Country, con tanto di cappelli da cowboy, riservata ai dipendenti o ex delle ferrovie. Ma Nando non è destinato a ballare più molto, perché malato gravemente. Inizia così il romanzo e un periodo della vita di padre e figlio che significherà moltissimo per entrambi. Alcuni lettori e lettrici potrebbero trovare difficoltoso procedere nella lettura perchè i capitoli sono lunghi e ogni paragrafo o quasi rappresenta un salto avanti e indietro nel tempo oppure un avvicendarsi dell’azione tra l’esperienza di vita e di gioco d’azzardo di Sandro a Milano e il passato e presente a Rimini, ma basta adattarsi al ritmo della narrazione e risulterà facile comprendere tutto. Missiroli, non so per quale motivo, è lo scrittore meno amato e apprezzato sui social, al punto che quando esce qualcosa di suo, si moltiplicano le dichiarazioni, specie su twitter (luogo principe di polemiche e di commenti su quel che non piace molto più che su quel che piace) della serie “non lo leggerò assolutamente, tanto so che fa schifo”. Non so da dove derivi questa cattiva reputazione, io trovo che tra gli italiani Missiroli abbia il suo bel posto tra i migliori, assieme certo a tanti altri e altre, siamo un paese che ancora da molto alla letteratura, i suoi romanzi che ho letto sino ad oggi, mi sono piaciuti, da Atti osceni in luogo privato sino a Fedeltà. Questo forse, è il suo migliore.