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filosofia

Corriere della Sera – La Lettura, 5 dicembre 2021 | di Annachiara Sacchi

Ffirmano la Dichiarazione di cooperazione per lo sviluppo coordinato dell’Intelligenza artificiale. La Commissione europea istituisce quindi un gruppo di lavoro per definire «gli orientamenti etici e le politiche di investimento sull’Ia [Intelligenza Artificiale] in Europa». A ogni Stato membro è affidato il compito di sviluppare una strategia nazionale. A quel punto, siamo a fine 2020, il ministero dello Sviluppo economico (Mise) produce un documento — Strategia nazionale per lo sviluppo dell’Ia — che prende avvio da queste premesse: l’Ia sta trasformando ogni settore produttivo e sociale ma anche le nostre vite «esprimendo il suo potenziale in maniera trasversale»; «Cina e Stati Uniti stanno effettuando enormi investimenti in questo campo»; per competere l’Europa ha bisogno di «talenti ed esperti». E i talenti — ecco la postilla che fa la differenza — devono avere «un approccio olistico, capace di guardare ai diversi aspetti e alle diverse implicazioni della tecnologia». Da qui l’invito del Mise agli atenei: «Creare percorsi formativi sull’Ia condivisi e con una forte interazione con il mondo del lavoro per delinearne i requisiti e le competenze richieste».

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