Waga iho wa (わが庵は)

Kisen Hōshi sulle carte karuta. Di autore ignotosul sito di http://www.asahi-net.or.jp/~SG2H-YMST/yamatouta/ ;Website「やまとうた」 , dominio pubblico, Link

L'Autore di questo ottavo waka è Kisen Hōshi (喜撰法師), monaco buddista e celebrato Poeta del periodo Heian. Di lui si sa molto poco. Si sa ad esempio che viveva in eremitaggio sul monte Uji; e si sa che amava creare composizioni argute, piene di allusioni indirette, “delicate”:

ことばかすかにして 始め終り たしかならず。 “kotoba kasuka ni shite hajime wohari tashikanarazu” Delle parole, [Kisen] fa un uso delicato: dall'inizio alla fine egli non esprime mai “la cosa che effettivamente è”. The use of words is a delicate thing—from start to end it does not express the thing that actually is

Un esempio di tale uso delicato si trova in questo waka degli Hyakunin Isshu (Cento Persone, Una Poesia Ciascuno) (traduzione di Antonio Frecentese):

わが庵は Waga iho wa La mia capanna 都のたつみ miyako no tatsumi a sud-est della capitale しかぞ住む shika zo sumu Così io vivo 世をうぢ山と yo wo Ujiyama to “Monte della Tristezza” 人はいふなり hito wa iu nari lo chiamano le persone

Il Poeta qui si riferisce al “suo” monte, Ujiyama, ma non lo fa con i kanji (宇治山) bensi' con i più ambigui hiragana: うぢ山. Ujiyama diventa allora il monte del dolore, della tristezza, perché è questo che うぢ puo' significare. Come mi insegna il mio amico Wim, questa è spesso una scelta stilistica precisa.

Una veduta del Monte Uji (622 metri). Foto da ooitanoyama.in.coocan.jp

Si noti come tutto rimanga volutamente ambiguo: la residenza di Kisen è un monte del dolore, dunque? Ma lo è per lui o per chi lo immagina li', isolato da tutto e da tutti?

Tutto è illusione, sembra essere l'autentico messaggio di questo waka...

Ed ecco cosa rende immenso questo Poema, secondo me. Creare questo messaggio “sospeso” diventa esemplificazione di uno degli insegnamenti primari del Buddhismo.

Tra parentesi, questo ha creato non pochi problemi ai traduttori, alcuni dei quali hanno cercato follemente di sciogliere questa magica ambiguità; vedi ad esempio qui, qui, qui e qui.


Ma veniamo alla Musica! Il mio piccolo Grundgestalt ancora una volta usa il Poema come input. Arpa, batteria, percussioni taiko e del Marocco, flauto shakuhachi sono gli strumenti che ho scelto. Il risultato è volutamente ambiguo, sospeso, difficilmente classificabile, secondo me. Si puo' ascoltare su

Vedi anche il mio #noblogo qui.


Una playlist con i miei Grundgestalt ispirati agli Hyakunin Isshu è su

Chiudo con un brano di Daniel Eisenhardt chiamato Notte sul Monte Uji.


Un sentito ringraziamento va ad Antonio Frecentese (@chakuari@mastodon.bida.im) per avermi corretto: il termine “waka” va reso al maschile, mentre qui e nei miei post precedenti avevo usato il femminile.


Creato il 27 giugno 2020. © Eidon (Eidon@tutanota.com). All rights reserved. desrever sgnorw llA