Ogura Hyakunin Isshu

noblogo

E' con sorpresa che ho letto di questo sovrano giapponese, Tenji (o Tenchi), che ci lascia in questo waka una fotografia cosi' lontana dalle immagini di opulenza e di distacco solitamente associate al concetto di Imperatore. Anziche' proporci il fasto delle Corti, la ricchezza delle vesti, il cerimoniale quasi religioso che segna le attività del Sovrano, lontano anni luce dalla vita del Popolo, qui vediamo un Imperatore che in prima persona viene in soccorso dei contadini impegnati nel raccolto; un Imperatore che scaccia via gli uccelli che vorrebbero anche loro partecipare del momento tanto atteso. Quale grandiosa immagine ne ricaviamo — molto più alta e nobile, a mio modo di vedere, di quella degli Imperatori che siamo abituati ad incontrare tra le pagine dei libri di storia. Immagine viva, immagine vera — resa ancor più tale dal piccolo incidente qui narrato: un rovescio di pioggia spinge Tenchi a trovar rifugio in una capanna; ma è capanna di poveri, ed il suo tetto offre assai poca protezione; e l'Imperatore finisce allora col ritrovarsi con le vesti fradice. Sublime condivisione che porta a comprendere le sofferenze e i sacrifici di chi lavorava la terra in condizioni anche sociali cosi' più difficili delle attuali.

Tenji in una uta-garuta degli Ogura Hyakunin Isshu, periodo Edo. Di autore ignoto – in the site of http://www.asahi-net.or.jp/~SG2H-YMST/yamatouta/ ;Website「やまとうた」 , dominio pubblico, Link

Ed eccolo dunque Tenji il benevolente, Tenji Imperatore, 天智天皇, che rivive per noi questo momento:

秋の田の Aki no ta no かりほの庵の kariho no iho no 苫をあらみ toma wo arami わが衣手は waga koromode wa 露にぬれつつ tsuyu ni nure tsutsu

Grazie ad Antonio Frecentese (@chakuari@mastodon.bida.im), eccone una efficace traduzione:

Campi d’autunno in una capanna coperta di rada paglia e le mie maniche son umide di pioggia

Di giapponese so poco o nulla, ma mi fa riflettere che “Imperatore” e “Tenji” sono entrambe parole che iniziano con 天, come anche “tempo meterologico” (天気, tenki) e “angelo” (天使, tenshi)...

Di Utagawa Kuniyoshi. Pubiblicato da Ibaya Senzaburô (Dansendô), Intagliatore: Matsushima Fusajirô (Horikô Fusajirô, Hori Fusa) – Ukiyo-e [1], 2. Museum of Fine Arts, Boston [2], dominio pubblico, Link

Saltando di frasca in palo, passiamo ora alla Musica. Il mio piccolo Grundgestalt è stavolta basato su chitarra, pianoforte, batteria e koto. Verso metà brano entrano degli archi, e in conclusione ho posto un gong e tromba G5. Il risultato lo si puo' ascoltare su

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Una playlist con i miei Grundgestalt ispirati agli Hyakunin Isshu è su

Creato tra il 6 e l'8 luglio 2020.

© Eidon (Eidon@tutanota.com). All rights reserved. desrever sgnorw llA

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“Ono no Komachi e Fiori di Ciliegio” (小町と桜), di Totoya Hokkei (1780–1850). Museo delle Belle Arti di Boston

Lo sbocciare dei fiori è spazzato via: Invano Trascorro i miei giorni guardando la pioggia infinita. (traduzione di Köy Deli)

I fiori dell'amore posson cangiar sì tanto! Il trucco — mentre 'l mio corpo invecchia — sta nel rimirar la pioggia. (traduzione di Jane Reichhold, libero adattamento di Eidon)

La tinta del bocciuol è ormai spazzata dai forti scrosci della pioggia Così il mio fascino, a me tanto prezioso similmente sfiorisce Ahime, in vano entrambi, sì brevemente sbocciarono. (traduzione di W. N. Porter, resa in italiano da Eidon)

Il colore dei fiori è già svanito maliziosamente il mio corpo passa mentre piove a dirotto (traduzione di Antonio Frecentese (@chakuari@mastodon.bida.im))

Tante e diverse traduzioni per uno stesso waka, il nono di questi bellissimi Ogura Hyakunin Isshu, messaggi di anime lontane, sempre vive. E questo è il messaggio di una grande poetessa, donna di proverbiale bellezza. Purtroppo, come avviene per ogni fiore, anche la sua bellezza è stata vittima della Grande Malattia.

Ma non così è stato della sua voce, che continua a vincere i secoli.

Ecco dunque le parole di quella voce:

花の色は Hana no iro wa うつりにけりな utsuri ni keri na いたづらに itazura ni わが身世にふる waga mi yo ni furu ながめせしまに nagame seshi ma ni

Immagine tratta da “A Hundred Verses From Old Japan, being a translation of the Hyaku-nin-Isshiu by William N. Porter”, Clarendon Press, 1909.

E veniamo alla Musica. Questa volta il mio piccolo Grundgestalt ha per input il poema e dieci sue permutazioni. Il brano è per arpa, koto, archi, pianoforte e percussioni africane.

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Un sentito ringraziamento si deve ad Antonio Frecentese (@chakuari@mastodon.bida.im) per il suo libro “Ogura hyakunin isshu” dal quale sempre traggo interessanti informazioni.


...E l'incipit di questo waka, “花の” non può non farmi andare al mio precedente lavoro, Les Fleurs du Mal...


Creato il 2 luglio 2020. © Eidon (Eidon@tutanota.com). All rights reserved. desrever sgnorw llA

Kisen Hōshi sulle carte karuta. Di autore ignotosul sito di http://www.asahi-net.or.jp/~SG2H-YMST/yamatouta/ ;Website「やまとうた」 , dominio pubblico, Link

L'Autore di questo ottavo waka è Kisen Hōshi (喜撰法師), monaco buddista e celebrato Poeta del periodo Heian. Di lui si sa molto poco. Si sa ad esempio che viveva in eremitaggio sul monte Uji; e si sa che amava creare composizioni argute, piene di allusioni indirette, “delicate”:

ことばかすかにして 始め終り たしかならず。 “kotoba kasuka ni shite hajime wohari tashikanarazu” Delle parole, [Kisen] fa un uso delicato: dall'inizio alla fine egli non esprime mai “la cosa che effettivamente è”. The use of words is a delicate thing—from start to end it does not express the thing that actually is

Un esempio di tale uso delicato si trova in questo waka degli Hyakunin Isshu (Cento Persone, Una Poesia Ciascuno) (traduzione di Antonio Frecentese):

わが庵は Waga iho wa La mia capanna 都のたつみ miyako no tatsumi a sud-est della capitale しかぞ住む shika zo sumu Così io vivo 世をうぢ山と yo wo Ujiyama to “Monte della Tristezza” 人はいふなり hito wa iu nari lo chiamano le persone

Il Poeta qui si riferisce al “suo” monte, Ujiyama, ma non lo fa con i kanji (宇治山) bensi' con i più ambigui hiragana: うぢ山. Ujiyama diventa allora il monte del dolore, della tristezza, perché è questo che うぢ puo' significare. Come mi insegna il mio amico Wim, questa è spesso una scelta stilistica precisa.

Una veduta del Monte Uji (622 metri). Foto da ooitanoyama.in.coocan.jp

Si noti come tutto rimanga volutamente ambiguo: la residenza di Kisen è un monte del dolore, dunque? Ma lo è per lui o per chi lo immagina li', isolato da tutto e da tutti?

Tutto è illusione, sembra essere l'autentico messaggio di questo waka...

Ed ecco cosa rende immenso questo Poema, secondo me. Creare questo messaggio “sospeso” diventa esemplificazione di uno degli insegnamenti primari del Buddhismo.

Tra parentesi, questo ha creato non pochi problemi ai traduttori, alcuni dei quali hanno cercato follemente di sciogliere questa magica ambiguità; vedi ad esempio qui, qui, qui e qui.


Ma veniamo alla Musica! Il mio piccolo Grundgestalt ancora una volta usa il Poema come input. Arpa, batteria, percussioni taiko e del Marocco, flauto shakuhachi sono gli strumenti che ho scelto. Il risultato è volutamente ambiguo, sospeso, difficilmente classificabile, secondo me. Si puo' ascoltare su

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Chiudo con un brano di Daniel Eisenhardt chiamato Notte sul Monte Uji.


Un sentito ringraziamento va ad Antonio Frecentese (@chakuari@mastodon.bida.im) per avermi corretto: il termine “waka” va reso al maschile, mentre qui e nei miei post precedenti avevo usato il femminile.


Creato il 27 giugno 2020. © Eidon (Eidon@tutanota.com). All rights reserved. desrever sgnorw llA

Settimo waka degli Hyakunin Isshu (Cento Persone, Una Poesia Ciascuno)

La piana del cielo (Ama no Hara). L'immagine è tratta da Fate/Stay Night Unlimited Blade Works, Episodio 18.

Questa volta abbiamo una Poesia di Abe no Nakamaro 安倍仲麿 / 阿倍仲麻呂 (698-770).

Il tema, secondo me, è il dolore di lasciare la propria terra. Quando guardo la luna qui in Belgio, a volte penso “come sarà, vista dalla mia Italia?” Qui, Abe no Nakamaro sembra chiedersi la stessa cosa, il giorno prima di lasciare casa per un lungo viaggio e periglioso.

天の原 Ama no hara Guardando lontano ふりさけ見れば furisake mireba per la Piana del Cielo 春日なる Kasuga naru vi è Kasuga 三笠の山に Mikasa no yama ni Sul monte di Mikasa 出でし月かも ideshi tsuki kamo sarà la stessa luna?

Mikasa, spiega Antonio Frecentese, è un monte vicino a Nara, capitale dell'Impero e città natale del Poeta; e Kasuga è un Santuario ai piedi di quel monte. Certo tutti luoghi importanti per Nakamaro.

Ancora Fate/Stay Night Unlimited Blade Works, stavolta è Archer nell'Episodio 14.

Anche la traduzione è di Antonio Frecentese.

La musica invece è un mio piccolo Grundgestalt; ancora una volta uso il Poema come input. Arpa, contrabbasso, batteria e percussioni sono gli strumenti che ho scelto. Il risultato si puo' ascoltare su

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Creato tra il 24 e il 26 giugno 2020.

© Eidon (Eidon@tutanota.com). All rights reserved. desrever sgnorw llA

Fate/Stay Night Unlimited Blade Works, Episodio 18. Ho composto l'immagine a partire da una sequenza di fotogrammi dell'Episodio