Dieci righe 39 (ma stavolta sono molte, molte di più).
NOTA: nel seguente testo il sottoscritto non pretende di impartire alcuna lezione, né di convincere coloro che, giustamente, la pensano in maniera diversa. E' solo l'ampliamento di una risposta data ieri a @naciketas@qoto.org su #Mastodon riguardo ai noti fatti di #Firenze e sull'azione di @ultimagenerazione@mastodon.uno
E altro ancora, ovviamente.
Il punto di vista sociologico della ribellione attraverso i #SocialNetwork nella prima delle risposte alla mia affermazione di non disdegnare le azioni di “Ultima generazione”, mi sembra abbastanza condivisibile. Non del tutto. E' vero che, ormai, la pervasione del mezzo social ha travolto quasi tutte le altre forme di comunicazione e di azione diretta. A mio parere resta ineludibile, però, l'azione e l'impegno personale: vuoi per formazione ed, ahimé, per età non riesco ancora a delegare in gran parte la veicolazione di idee ed opinioni solo attraverso la rete. Argomento di cui ho scritto spesso e che, in questo caso abbraccia azioni che hanno così ampia risonanza sulle piattaforme sociali, soprattutto in Italia, soprattutto quando ad agire è chi sta portando la protesta per fermare i #cambiamenticlimatici sulle strade, tra la gente.
Se si parla di spirito di emulazione di altri gruppi, anche con rivendicazioni molto più discutibili (esempio principe sono i #NoVax, ormai fuori luogo anche storicamente), che potrebbe portare ad azioni peggiori, ritengo di poter dire che non sono mancate nè verranno meno in futuro. Come non possiamo ricordare il blocco del porto di Trieste da parte di una frangia di lavoratori contrari alle regole durante la pandemia da #Covid19 o l'assalto alla sede della #CGIL a Roma. Se, in questi casi, la parte politica ha giocato un ruolo fondamentale, è anche vero che il “modus operandi” ha creato danni maggiori, se non altro alla popolazione. Non che i cinquemila litri d'acqua adoperati per ripulire “Palazzo Vecchio” non possano (debbano) infastidire, ma siamo lontani da attività lavorative bloccate o feriti.
Quindi, scendere personalmente sulle strade, compiere gesti anche fastidiosi agli occhi dei più resta la maniera per cui si può anche entrare sui Social con una forza che, spesso, slogan o lunghe discussioni scritte non hanno e che portano a meno attenzione. Ambedue i modi di esprimersi dovrebbero arrivare a coinvolgere più persone possibile: si eccepisce che imbrattare i muri è controproducente per la causa dell'ambiente, ma anche questo è un argomento che ha dei limiti. Certamente non è auspicabile che moltitudini di persone facciano lo stesso, ma questi gesti salgono immediatamente alla ribalta, veicolati anche dalla moltissima acrimonia che generano e dalla spesso vuota e abbastanza violenta reazione verbale di tanta gente. Potrebbe aver colto nel segno, almeno per il pochissimo tempo che la memoria Social può avere.
Ripeto, quindi, che la reazione di fronte a certe cose può essere variegata, ma che, francamente, va posta in una giusta collocazione rispetto alla gravità in sé, che, alla fine, appare bassa. Auspico sempre che una parte del tempo che usiamo a rispondere, insultare, veicolare o leggere su e per queste cose venga scambiata con periodi di attività nel reale. Ognuno con modi e compagnie a lui adattabili, cha siano la politica, il volontariato o semplici scambi di idee ed opinioni. Perchè quello resta l'agone principale, quello è il vero modo di cambiare le cose. Inutile ribadire altri esempi: scadrei nella noia, nel ripetitivo, nella panacea di un vuoto richiamo ipocrita.
Questo credo di non averlo evitato del tutto, ma volevo ampliare un attimo la risposta a chi mi ha interrogato, magari involontariamente, su questi fatti e che ringrazio.
Buona Domenica.
(D.)
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