Transit

Europa

(187)

(Aut)

Il ritorno del concetto di #autocrazia nella politica internazionale rappresenta una tendenza sempre più evidente, alimentata anche dall’ascesa di figure come Donald Trump e Elon Musk. Questi personaggi incarnano un modello di leadership che privilegia la decisione rapida, l’efficienza apparente e la disintermediazione digitale, spesso a scapito della partecipazione democratica e dei diritti individuali. La rottura tra #Trump e #Musk, per esempio, non segna il tramonto del #trumpismo, ma piuttosto la sua evoluzione verso una governance più strutturata e meno personalizzata, ma sempre più autoritaria e meno trasparente.​

Negli ultimi anni, il potere politico ha mostrato una tendenza a concentrarsi nelle mani di pochi, spesso con il sostegno di una tecnocrazia privatizzata che utilizza strumenti digitali e algoritmi per governare. Questa convergenza tra potere esecutivo, tecnologia e capitalismo delle piattaforme ha portato a una forma di “autocrazia algoritmica”, in cui le decisioni vengono prese in modo rapido e apparentemente efficace, ma con una sostanziale riduzione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini. Il modello è particolarmente visibile negli Stati Uniti, ma ha avuto ripercussioni anche in #Europa e in altri continenti.​

In #Italia, come in molti altri Paesi, si registra una crescente propensione a preferire governi “forti” rispetto a una democrazia più compiuta che richiede la partecipazione attiva di tutti, anche del singolo cittadino. Una ricerca recente ha evidenziato che circa il 24% dei giovani italiani si dichiara favorevole a un regime autoritario, mentre solo il 57% preferisce la democrazia a qualsiasi altra forma di governo. Questa percentuale è simile a quella di Spagna e Francia, ma inferiore rispetto alla Germania, dove la preferenza per la democrazia supera il 70%.

Questa differenza evidenzia come, in Italia, la fiducia nella democrazia sia meno radicata, soprattutto tra i giovani e tra chi si sente economicamente svantaggiato.​

(Aut2)

Una delle conseguenze più preoccupanti di questa tendenza è la disponibilità di molti cittadini a rinunciare a parte dei propri diritti in cambio di maggiore sicurezza o stabilità. Il desiderio di governi più radicali e “cattivi” si manifesta anche nella richiesta di misure più severe contro la criminalità, l’immigrazione o le proteste sociali. Questo fenomeno è alimentato da una percezione di crisi economica, sociale e culturale che porta molte persone a cercare soluzioni rapide e apparentemente efficaci, anche a costo di compromettere alcuni principi democratici.

La recessione della democrazia, come viene definita da molti analisti, è quindi legata non solo a scelte politiche, ma anche a una crescente insoddisfazione economica e sociale che spinge le persone a preferire governi autoritari.​

Il vero scandalo per la democrazia italiana è questa resa collettiva, incarnata dal governo Meloni che, nel discorso finale alla kermesse di “Atreyu”, ha dipinto un'Italia monolitica e “forte” dove la partecipazione si riduce a un applauso acritico, mentre si sacrificano diritti e uguaglianza in nome di una fermezza illusoria. Invece di mobilitare i cittadini contro disuguaglianze economiche sempre più abissali (con salari stagnanti e precarietà dilagante), la premier invita a delegare tutto a un esecutivo che si definisce “granitico” e che promette ordine con manganelli e retorica nazionalista, tradendo chi sogna una vera lotta per i diritti.

Questa propaganda autoritaria, che cavalca la stanchezza popolare, non risolve crisi, ma le amplifica, preferendo la stabilità fittizia di un leader onnipotente alla responsabilità condivisa di una democrazia viva e inclusiva. È una beffa: le persone rinunciano a battersi per più diritti, illudendosi che un pugno di ferro le protegga, mentre Meloni consolida un potere che erode le basi stesse della libertà.

#Blog #Opinioni #Politica #Autocrazia #Democrazia #GovernoMeloni

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Dieci righe 100

(Grecia)

L' occhio cade lì, sulle percentuali dei “partiti” di estrema #destra. Senza ascoltare i gufetti nostrani, pronti a discutere ancora di #Tsipras (come se loro non fossero nostalgici del pelatone), si rinnova la deriva che in quasi tutta #Europa vede i rappresentanti delle idee xenofobe, omofobe e razziste raccogliere molto più delle briciole (qui). C'è perfino chi ha a capo uno che sta in galera.

Sembra che il continente sia molto, ma molto spaventato dai cambiamenti epocali in atto: come sempre, questi non possono essere indolori, non si assorbono i colpi della storia facendo un'opposizione violenta da “difesa delle radici.” Questo è quello che deve preoccupare oltremodo. l' incapacità conclamata di comprenderli, questi cambiamenti. Unita, ed è chiaro, ad una reazione politica globale assolutamente inadatta. Non si può pretendere dai cittadini, almeno non da tutti, di essere realisti e comprensivi di tutto ciò senza darne l'esempio ai livelli cossidetti alti. Lampante che, poi, le frange più arroganti ed ignoranti si facciano largo con facilità. Resta da comprendere quando e come la #UE saprà valicare questa montagna di insensatezza culturale che non offre molti appigli. Certamente dovrà fare molto, ma molto di più di quello che offre in questi mesi disastrosi, che si chiudono sempre sulla pelle dei più deboli. (A&D)

#Blog #DieciRighe #Grecia #UE #Opinioni

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Dieci righe 94

(Cormac McCarthy)

Ci domandiamo se l'#arte debba essere scissa da coloro che la creano. Anche meglio: se per un artista che nasce ed opera in uno #Stato che non ci aggrada possa, lo stesso, essere apprezzato, seguito. Se ci vedete un nesso con la situazione nell'Est dell'#Europa ci può stare. #CormacMcCarthy (qui) era Americano, molto molto americano. Talmente tanto da descrivere una di quelle tante facce di una Nazione enorme, contradditoria, violenta e molto spesso poco matura. Lo ha fatto con un linguaggio ed uno stile che, negli anni, è divenuto un metro di paragone, rimanendo irraggiungibile. McCarthy scriveva in maniera sublime: contorta, profonda, spiazzante, che deviava dal già detto, che affondava nella melma della vita devastata di persone ai margini, di psicopatici, di serial killer filosofi (su tutti Anton Chigurh, di “No Country for Old Men.”) Un percorso luminoso, il suo. Eppure nascosto da una quasi impenetrabile coltre di riservatezza. Una fuga da quelle luci del facile consenso che sì ti fa vivere, dona la visibilità, ma che può stare tranquillamente fuori dal quotidiano. Alla domanda dell'inizio, quindi, rispondiamo di sì. Un grande artista, un fenomenale scrittore Americano si può amare. Si dovrebbe, andando per iperboli. Lui sì. (A&D)

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Dieci righe 48

Inflazione e caro vita

Sono anni che i #Salari Italiani non salgono. Anzi decenni. Mentre nel resto d'#Europa si è fatto qualcosa, anche (e spesso) sul #SalarioMinimo, da noi l'unica cosa certa è che tutti i #Governi parlano di crisi, una dietro l'altra. Intanto, come si può leggere (qui), in pratica più di metà del Paese non ce la fa proprio. Perchè la matematica non è un'opinione, purtroppo: se non guadagno di più e tutto, ma tutto aumenta, non ce la posso fare. Mai. Uno Stato che non tutela in questo senso i propri cittadini non sta facendo il suo dovere, ma ti chiede di fare il tuo e pure zitto. A me sembra ingiusto. Quello che mi aumenta la rabbia è la constatazione che certi discorsi, tutti insieme, oltre il proprio “stato sociale”, non li facciamo. Avanti straccioni, ma divisi. (D.)

#Blog #DieciRighe #Economia #Inflazione #Italia #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 25

Da buon #Friulano, dopo 42 giorni senza pioggia, sono veramente preoccupato. Ormai le previsioni degli scienziati (non di qualche fenomeno da seconda serata in TV) parlano apertamente di “...imminente disastro” per l'#Europa, dove le temperature si sono alzate -in media di 2°- molto più velocemente che nel resto del mondo. Qui, nella mia terra, se c'era una cosa che non mancava mai era l'acqua, altrochè il vino. La cosa è ancora più preoccupante se si pensa che molta gente, all'apparenza, pensa a tutto e non a questo. So di aver già scritto della #Siccità. Voglio ribadire la mia ansia. Proprio così: aspetto l'alzarsi delle temperature non solo prevedendo il disagio fisico che portano, ma anche la pura paura di vedere che il mondo è irrimediabilmente distrutto. Non credo di sbagliare. (D.)

#Blog #DieciRighe #Opinioni #Opinions #ClimateChange #ClimateCrisis #Clima

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Dieci righe 15

No, niente post sulla guerra contro l'#Ucraina. Oggi li leggerete ovunque e con tutte le opinioni. Volevo andare completamente OT e pensare ai 17 sforamenti di polveri sottili che già abbiamo avuto qui a #Udine. Meno di centomila abitanti, ma con l'indotto di un centro regionale importante per il lavoro ed il commercio. Resta il fatto in sè. L'area più inquinata d'#Europa, la “Pianura Padana”, ormai si estende fino alla Slovenia e non si accenna a nessuna vera strategia per invertire la rotta. Andare a lavorare a piedi è un terno al lotto: consigliano le mascherine e di tenere le finestre chiuse. Non piove, non tira vento. Nessuno sembra voler cambiare le proprie abitudini. Non servono dati ed ammonimenti, non serve ragionare. L'unica cosa è continuare a mettere chiodi sulla bara dell'aria. (D.)

#Blog #Udine #FriuliVeneziaGiulia #Air #Aria #Smog #Ambiente #ClimateCrisis

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