Transit

Israele

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(Rafah)

Sfiancante. Questo è il termine. Credo che i quattro lettori di questo #Blog abbiano provato, io spesso, cosa significhi, nei fatti, questi parola. Sarà più probabile per chi ha collaboratori o responsabili inetti e menefreghisti. O quando, anche solo camminando, si nota la mancanza di educazione civica ormai dilagante. Alla fine, si cede per sfinimento.

E' quello che si prova dinnanzi a ciò che i più definiscono “rischio”, parlando del genocidio che #Israele perpetra, da qualche mese (nella realtà fattuale, da decenni), nei confronti del Popolo Israeliano a #Gaza. Tra poche ore, assai probabilmente, a #Rafah. Gran Bretagna, Francia, Cina e tanti altri stanno tentando di fermare, a parole, questo disastro che è già epocale.

L'inutilità di questi atti, più programmatici che altro, la leggiamo e la sentiamo quotidianamente ed è, appunto, sfiancante. Molto peggio è l'assoluta baldanza, il totale menefreghismo, la protervia Israeliana nel perseguire i propri scopi, che sono quelli di una pulizia etnica (va detto, va scritto). Le parole pesano, ma non come le bombe, come i morti.

(Rafah2)

Fregarsene di tutto e di tutti, ben sapendo che armi e sostegno morale arrivano in ogni caso, è la vera forza di uno come #Netanyahu: non fa più nemmeno “finta” di ascoltare. Anche tramite i Ministri del suo Governo, guerrafondai e profondamente inumani, perpetra una sorta di guerra psicologica che hanno già vinto i suoi predecessori.

Inermi, quasi volutamente, stiamo qui, a indignarci e a scagliare offese contro chi, bellamente, ha “colto al balzo” gli atti terroristici di #Hamas (che, qui, nessuno difende) per finire il lavoro. Tutto questo è sterile. La stessa volontà che si sta mettendo a difesa degli interessi economici nel #MarRosso, con armi e proclami, per #Rafah non è presa nemmeno lontanamente in considerazione.

Troppo rischioso, ed è vero. Con l'#Egitto difeso solo da una rete arrugginita, nessuno vuole fare un passo. Eppure la litania dei morti, che hanno un peso diverso a seconda di chi ne parla, ammonisce. Più questo, quasi nulla. Il vortice di una umanità selettiva grava su tutto il globo. Lezione inascoltata, destinata a finire sotto le macerie di #Rafah. Un luogo che ha tutti i nomi che volete.

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(Gaza)

Non esiste solo l'#antisemitismo. E' questo l'errore, marchiano, che la stampa e i social media stanno, al solito, veicolando. La questione Palestinese non è abbassabile ad un mero sdegno nei confronti di un popolo che ha subito l'odio più profondo e la persecuzione più sanguinosa della storia. Rimangono due binari separati e anche piuttosto nettamente. L' intrico eterno, purtroppo, del Medio Oriente merita un'attenzione così profonda che ridurre il tutto a questo non fa che portare confusione nella confusione.

Sarà banale, ma mai come dall'avvento delle Rete quasi ogni argomento è divenuto solo un chiassoso contrapporsi di urla, insulti e denigrazione. Complici per primo politicanti, mozzaorecchie e giornalisti proni che danno alle “menti semplici” (*) l'opportunità di mostrarsi, pavoneggiarsi sulle vicende mondiali. Quelle altrui ed intricate sono le migliori. Qui nessuno ha nulla da insegnare, se non i fatti, che sempre dovrebbero essere edulcorati dalle opinioni personali. I diritti umani sopra ogni cosa andrebbero incorniciati nella maniera più corretta e neutra possibile.

L' umanità è una, con tutte le variabili infinite della singola persona, del pensiero proprio ed unico di ognuno. Naturalmente la formazione e la cultura fanno la differenza, così come -purtroppo- i credo religiosi, l'ambiente circostante, tutto. Proprio per questo, dal 1948, non esiste solo lo Stato di Israele, ma anche la Palestina. Anzi, prima di Israele era la Palestina.

La via più semplice sarebbe il silenzio, ma chi ha voglia di tacere? Io (noi) per primo trovo le scorciatoie per veicolare il “mio” pensiero, che non può mai essere così arrogante da credere di essere quello corretto, quello che scopre una verità che nessuno ha in tasca. Tutti colpevoli? In un certo senso sì, ma anche con il diritto inviolabile di esprimersi. Un'espressione che dovrebbe far crescere, portare all'approfondimento, al confronto. Un'utopia disdegnata per la vacuità dell'esposizione, del riscontro, dei pollici all'insù.

Per cui no e no. Non c'è solo l'antisemitismo. C'è anche l'anti mussulmano, l'anti cristiano, l'anti ragionamento, l'anti intelligenza, l'anti umanità in senso lato. Tutto un universo di incomprensione e odio che conduce all'unico risultato di fare dell'unico mondo che abbiamo un disastro di eccellente auto distruzione. Con il benestare di coloro che, in un anfratto della loro testa, pensano di essere immortali, evidentemente. La storia non insegna, perchè non si ascolta, non si legge: si vuole cambiarla per la propria opportunità, per un fine supremo volatile come il pensiero univoco.

Il singolo esiste come parte di una comunità globale. Abbastanza lineare da esprimere, quasi impossibile da capire. (D.)

(*): “So simple-minded, he can't drive his module” – “The Jean Genie”, David Bowie, 1973.

#Blog #Opinioni #Palestina #Israele #World #Politics

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Dieci righe 47

#Israele non è una democrazia

#Israele scende in piazza (qui) contro una riforma della #Giustizia che ha il solo scopo di salvare uno come #Netanyahu. La marcia indietro che verrà attuata potrebbe costargli molto cara: l'estrema destra -toh!– lo tiene in scacco. Se ci saranno nuove #Elezioni non potrà farcela, mai. Quindi, se qualcuno non lo ricorda con esattezza, è il #Popolo che bisogna temere. Sempre. Non facciamo paragoni e ammettiamo, come deve essere, che solo una massa di persone realmente compatta sbatte fuori i tiranni o i delinquenti. Gioverebbe tenerlo a mente anche in #Italia. E no, Israele non è stato e non sarà una Democrazia. Se ne stanno accorgendo anche gli Israeliani. (D.)

#Blog #DieciRighe #Politica #Politics #Opinioni #Opinions

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Dieci righe 29

Riempirsi la bocca con la parola #Democrazia è, spesso, sintomo di un modo di concepire lo #Stato in maniera quasi opposta. #Israele, storicamente, è un paese che democratico appieno non è. La deriva interna degli ultimi mesi ve ne darà una fotografia chiara. Ieri, durante la visita di #Netanyahu, solo #NoemiDiSegni ha osato far percepire, seppur senza andare troppo oltre, questa cosa (qui). L'#apartheid contro la #Palestina non viene nominato, perchè siamo pur sempre in #Italia e bisogna fare affari con chi perpetra da decenni un massacro, ogni giorno, che viene apertamente ignorato da quasi tutti gli Stati democratici (appunto) del Mondo. L'unica democrazia che funziona appieno è quella del denaro, non quell'altra della cosa... dell'umanità. Troppo faticosa, troppo impegnativa, troppo fastidiosa.
(D.)

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