Transit

Palestina

(162)

CF)

[Poche considerazioni sulla tregua in Palestina.]

Il ministro di estrema destra #BezalelSmotrich afferma che approverà l'accordo sul cessate il fuoco a #Gaza e rimarrà al governo solo se #Netanyahu prometterà di “...riprendere i combattimenti per distruggere Hamas dopo la prima fase dell'intesa.” La tregua appena firmata vacilla sotto le voci di un di disallineamento su alcuni punti da parte di Hamas e, nel contempo, da dichiarazioni come questa. Netanyahu mantiene alta la tensione dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che tutto questo è una concessione benevola alla #Palestina: in questi quindici mesi ha dimostrato, con azioni feroci e senza pietà, qual è il potenziale dell'IDF. La linea tracciata per il 19 Gennaio viene ancora superata dai continui bombardamenti su ciò che resta di Gaza e su #Jenin, in un delirio di onnipotenza bellica che rare volte si è visto negli ultimi anni. Come sempre, la popolazione inerme, stremata, affamata, umiliata da centinaia di giorni di massacri ed illusioni non sembra meritare di essere salvata. Se la tregua reggerà, la speranza di tutte le persone che hanno ancora un briciolo di umanità è quella che i 600 camion giornalieri di aiuti divengano anche di più. Però sappiamo che i governi occidentali, con pochissime eccezioni, non guardano a Gaza come a un obiettivo umanitario prioritario. Il fatto stesso che il 28 Gennaio Israele potrebbe rendere “UNWRA” un nemico ufficiale dello Stato dovrebbe restituire il senso di abbandono verso questa terra che nessuno si è premurato di contrastare. Questa “guerra”, in cui c'è un solo esercito e che ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti (sì, lo sono: non possono essere tutti terroristi) è un altro specchio di legno per le coscienze dell'Occidente. Gli #USA hanno tergiversato, concedendo, come sempre, un appoggio molto militare a #Israele, sempre nel nome di una democrazia come la loro, di invasione e sopraffazione. Trump inizia il suo mandato vantandosi di questo “successo” nella sua solita maniera, ovvero quella di un uomo rozzo ed arrogante, che dice chiaramente che il domani a Gaza sarà sotto il controllo armato di Israele. Con loro anche il Libano e chissà cosa altro. L' Europa, fiera di se stessa solo sotto le bandiere delle riunioni a Bruxelles, continua con la sua ignavia, per dire poco. In realtà non ha mai preso posizione contro il massacro dei Palestinesi, rifiutando di crescere come unione, solo per non disturbare la narrazione zeppa di retorica e pietismo di uno Stato che ha sacrificato milioni di vite sotto la peggiore dittatura della storia. Lo stesso stato che, ora, di fronte ad un mondo volutamente distaccato sta perpetrando una altra ecatombe, come se non avesse imparato nulla.

Ad oggi qui siamo, perennemente indecisi moralmente, sicuramente colpevoli di non aver fatto abbastanza affinché non ci fosse il 7 Ottobre e il suo disastroso seguito. Un “Cessate il fuoco” non basta, a questa gente che ha visto distruggere, decenni fa, la sua indipendenza. E non basterà allo sato di Israele, che sta scivolando verso una spaccatura interna che nessun premier, tantomeno Netanyahu, potrà bloccare.

Ci affidiamo, al solito, alla speranza di un buon senso che è scomparso ormai da molto negli avvenimenti del Medioriente. E' tutto quello che abbiamo, adesso.

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(Europee)

“La differenza tra una democrazia e una dittatura è che in una democrazia prima voti e poi prendi gli ordini; in una dittatura non devi perdere tempo a votare.” (Charles Bukowski)

E chi se ne fotte, se a votare non ci andate? E chi se ne sbatte se c'è una scusa per fare una cosa e mille per non farla? Ma chi se ne frega delle guerre nel mondo o di chi non ha né pranzo né cena? L' evoluzione ci ha dotati del “libero arbitrio”, anche se nessuno, soprattutto a scuola, non ci spiega che cosa sia e quanto è importante.

Nessuno mi paga (ad una certa età si mercenari su tante cose, sappiatelo) per convincere nemmeno un ubriacone a bere di più. Che le #ElezioniEuropee siano la scusa perfetta per tornare a togliere la polvere dall'ombelico che guardiamo ogni giorno e che si chiama #Italia è certo. E non mi pagano nemmeno per ascoltare tutti i difetti della #UE, tutte le notizie che ci vogliono fare guerra a destra ed a manca o quelle sull'immobilità nei confronti della #Palestina (tanto a leccare i piedi ad #Israele siamo maestri.)

So, come sanno tutti, Tutti sappiamo tutto (a parte tacere). So che io farò come sempre e me ne vado a fare due passi fino al seggio. Per mettere una, due o tre “X” non ci vuole un genio. Perciò ce la posso fare. Poi caffettino in qualche bar carino, che le anime belle che scrivono sui Blog fanno così. Quei segni andranno a favore di chi mi pare. Come ho già scritto (non siete stati attenti, nel passato, lo so) senza più alcuna bandiera, né tessera, né -tantomeno- qualcuno che mi fa sentire in colpa per questo o quel difettino che si ha in politica.

Se vi sembra l'enunciazione dell' “Edonismo Reaganiano” che fu (l'età di cui sopra fa scherzi) e della rinuncia per pigrizia, vi sbagliate, ma pure de brutto. E' una cosa molto più semplice. E' continuare nell'illusione di pensare un po' per i fatti miei. Stessi fatti che mi tengo, con manicale ossessione, per me e i miei cari. Quelli sono importanti. Altri molto meno, a questo livello, non umanamente.

Quella mezz'oretta, Sabato, la dedico a chi farà lo stesso. Agli altri auguro un fine settimana di sole e caldo, al mare o in montagna. Vorrei raccomandare, quando vi troverete intruppati sulla battigia o su qualche sentiero ormai circondato di immondizia, di ridere nei confronti di chi ancora crede in certe cose. Fatelo con gusto. Però io in coda non starò e sorriderò lo stesso. In faccia a un sacco di gente.

#ElezioniEuropee2024 #Opinioni #Blog

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(Gaza)

Non esiste solo l'#antisemitismo. E' questo l'errore, marchiano, che la stampa e i social media stanno, al solito, veicolando. La questione Palestinese non è abbassabile ad un mero sdegno nei confronti di un popolo che ha subito l'odio più profondo e la persecuzione più sanguinosa della storia. Rimangono due binari separati e anche piuttosto nettamente. L' intrico eterno, purtroppo, del Medio Oriente merita un'attenzione così profonda che ridurre il tutto a questo non fa che portare confusione nella confusione.

Sarà banale, ma mai come dall'avvento delle Rete quasi ogni argomento è divenuto solo un chiassoso contrapporsi di urla, insulti e denigrazione. Complici per primo politicanti, mozzaorecchie e giornalisti proni che danno alle “menti semplici” (*) l'opportunità di mostrarsi, pavoneggiarsi sulle vicende mondiali. Quelle altrui ed intricate sono le migliori. Qui nessuno ha nulla da insegnare, se non i fatti, che sempre dovrebbero essere edulcorati dalle opinioni personali. I diritti umani sopra ogni cosa andrebbero incorniciati nella maniera più corretta e neutra possibile.

L' umanità è una, con tutte le variabili infinite della singola persona, del pensiero proprio ed unico di ognuno. Naturalmente la formazione e la cultura fanno la differenza, così come -purtroppo- i credo religiosi, l'ambiente circostante, tutto. Proprio per questo, dal 1948, non esiste solo lo Stato di Israele, ma anche la Palestina. Anzi, prima di Israele era la Palestina.

La via più semplice sarebbe il silenzio, ma chi ha voglia di tacere? Io (noi) per primo trovo le scorciatoie per veicolare il “mio” pensiero, che non può mai essere così arrogante da credere di essere quello corretto, quello che scopre una verità che nessuno ha in tasca. Tutti colpevoli? In un certo senso sì, ma anche con il diritto inviolabile di esprimersi. Un'espressione che dovrebbe far crescere, portare all'approfondimento, al confronto. Un'utopia disdegnata per la vacuità dell'esposizione, del riscontro, dei pollici all'insù.

Per cui no e no. Non c'è solo l'antisemitismo. C'è anche l'anti mussulmano, l'anti cristiano, l'anti ragionamento, l'anti intelligenza, l'anti umanità in senso lato. Tutto un universo di incomprensione e odio che conduce all'unico risultato di fare dell'unico mondo che abbiamo un disastro di eccellente auto distruzione. Con il benestare di coloro che, in un anfratto della loro testa, pensano di essere immortali, evidentemente. La storia non insegna, perchè non si ascolta, non si legge: si vuole cambiarla per la propria opportunità, per un fine supremo volatile come il pensiero univoco.

Il singolo esiste come parte di una comunità globale. Abbastanza lineare da esprimere, quasi impossibile da capire. (D.)

(*): “So simple-minded, he can't drive his module” – “The Jean Genie”, David Bowie, 1973.

#Blog #Opinioni #Palestina #Israele #World #Politics

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Dieci righe 29

Riempirsi la bocca con la parola #Democrazia è, spesso, sintomo di un modo di concepire lo #Stato in maniera quasi opposta. #Israele, storicamente, è un paese che democratico appieno non è. La deriva interna degli ultimi mesi ve ne darà una fotografia chiara. Ieri, durante la visita di #Netanyahu, solo #NoemiDiSegni ha osato far percepire, seppur senza andare troppo oltre, questa cosa (qui). L'#apartheid contro la #Palestina non viene nominato, perchè siamo pur sempre in #Italia e bisogna fare affari con chi perpetra da decenni un massacro, ogni giorno, che viene apertamente ignorato da quasi tutti gli Stati democratici (appunto) del Mondo. L'unica democrazia che funziona appieno è quella del denaro, non quell'altra della cosa... dell'umanità. Troppo faticosa, troppo impegnativa, troppo fastidiosa.
(D.)

#Blog #DieciRighe #FreePalestine #Opinioni #Opinions

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