Dice: “Ti amo così tanto che non riesco a immaginare la mia vita senza di te”. Crede di aver dichiarato il suo amore; in realtà ha confessato la sua incapacità di amare. Le sue parole significano: “Senza di te la qualità della mia vita diminuirebbe molto, e per questo non voglio perdere il possesso della tua persona”. Egoismo — null'altro.
Amasse davvero, direbbe: “Ti amo così tanto, che posso immaginare benissimo la tua vita senza di me”. {13.7.20}
Dopo gli insulti e le minacce sui social network, Silvia Romano ha parlato della sua conversione all'Islam e della scelta di mettere il velo in una intervista al giornale on-line islamico La luce. Nella parte che riguarda l'hijab afferma:
Il concetto di libertà è soggettivo e per questo è relativo. Per molti la libertà per la donna è sinonimo di mostrare le forme che ha; nemmeno di vestirsi come vuole, ma come qualcuno desidera. Io pensavo di essere libera prima, ma subivo un’imposizione da parte della società e questo si è rivelato nel momento in cui sono apparsa vestita diversamente e sono stata fatta oggetto di attacchi ed offese molto pesanti.
C’è qualcosa di molto sbagliato se l’unico ambito di libertà della donna sta nello scoprire il proprio corpo.
Per me il mio velo è un simbolo di libertà, perché sento dentro che Dio mi chiede di indossare il velo per elevare la mia dignità e il mio onore, perché coprendo il mio corpo so che una persona potrà vedere la mia anima.
Per me la libertà è non venire mercificata, non venire considerata un oggetto sessuale.
Sulla conversione all'Islam aveva scritto cose dure Cinzia Sciuto, autrice dell'ottimo Non c'è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo (Feltrinelli); leggo ora su Micromega un intervento, non meno duro, di Monica Lanfranco. Due donne che stimo, ma con le quali non sono d'accordo.
Il processo delle religioni è: dalla dispersione alla dimora e dalla dimora all'estasi. L'essere disperso nella molteplicità sensoriale dev'essere raccolto, disciplinato, ricondotto ad unità. Il nemico della religione è l'imposanimità: di qui la sessuofobia. Dio non è che il correlato esterno, il modello, il calco dell'io personale e collettivo. La teopoiesi, l'egopoiesi e l'etnopoiesi procedono in parallelo. Ma questo ego non è sicuro di sé. La sua solidità è fondata sul nulla. E il nulla lo chiama: dall'interno un'inquietudine ne reclama la morte. Una inquietudine che è dapprima iconoclasta, s'abbatte sul calco, lo rimuove, lo sgretola. Ma non basta. Occorre che muoia l'io. Che quello che era stato faticosamente ricondotto a unità torni a disperdersi. O a donarsi. Morto Dio, muore l'io (nessuno l'ha visto meglio di Eckhart). Dalla dispersione all'ego, dall'ego all'estasi. Dal desiderio all'Ego-Dio, dall'Ego-Dio alla libertà. {7.7.20}
Nel Libro di Enoc gli angeli Vigilanti (עִירִין) si innamorano delle donne e, guidati da Shemyaza, si accoppiano con loro, generando i giganti. E come Prometeo, donano agli umani la conoscenza: costruire spade e coltelli, far bracciali, comprendere il corso degli astri e in generale cambiare il mondo. Che nella traduzione aramaica è indicato dal mulo: l'uomo è colui che riesce a far nascere dal cavallo il mulo. Questo fervore conoscitivo e tecnologico va punito. Azazel — che nel corso del testo prende il posto di Shemyaza come capo dei Vigilanti ribelli — dovrà essere legato nella tenebra fino al giorno del giudizio, quando sarà gettato nel fuoco. È da qui che viene l'immagine evangelica di Satana gettato nella fornace ardente, che risulta incomprensibile se si ignora Enoc, perché nell'Antico Testamento non c'è nulla che assomigli al Satana evangelico.
τότε ἀνατελεῖ σοι καρδίας ἀπάθεια καὶ νοῦν ἀστεροειδῆ ὄψει ἐν προσευχῇ.
“E allora sorgerà per te l'apatia del cuore e nella preghiera vedrai la mente come una stella.” Evagrius Ponticus, Περὶ διαφόρων πονηρῶν λογισμῶν, 43.
Evagrio Pontico è il punto di massima prossimità del cristianesimo al buddhismo. I demòni di cui parla altro non sono che i किलेस, e la preghiera è la tecnologia del sé che libera la mente dalla loro azione. La mente-asteroide non è troppo diversa dal तथागतगर्भ.
Ho fatto un sogno, stanotte. Uscivo di casa e salutavo il vicino, e in quello stesso istante compariva l’immagine di un tizio seduto accanto a un enorme salvadanaio; in seguito a quel mio gesto, una monetina vi era finita dentro. Dlin! Dopo il saluto al vicino proseguivo con il mio cane verso il parco del quartiere. Qui il cane socializzava con altri cani, con i cui padroni scambiavo qualche chiacchiera. Ed ecco ancora l’immagine del tizio con il salvadanaio, in cui finivano una, due, tre monetine. Dlindlindlin! Mi sono svegliato agitato e perplesso. Che avrà voluto dire quel sogno? Mi sono riaddormentato e, come succede, ho sognato il seguito. Ma questa volta era un incubo. Ero sul letto di morte e mi accorgevo con tristezza infinita che tutta la mia vita non era stata che uno strumento per consentire al tizio del salvadanaio di arricchirsi a dismisura. Tutto era solo un mezzo. I miei amori, i miei odi, le mie passioni, i miei viaggi, il mio privato. Tutta la mia vita, ecco, era servita solo a far sì che quel salvadanaio crescesse sempre più, straripasse, tendesse all’infinito. Scrivevo questa tardiva rivelazione su un foglio che consegnavo a qualcuno, e in quell’istante l’ultimo dlin! mi confermava che fino all’ultimo respiro sarei rimasto in una gabbia d’acciaio.
Un'aula digitale — un ambiente nel quale si seguono lezioni, si discute sui forum, si caricano esercizi eccetera — è uno spazio virtuale in tutto e per tutto simile all'aula fisica. Ora, se fosse richiesta, per accedere ad un'aula fisica di una scuola pubblica, la tessera di iscrizione ad una qualsiasi realtà commerciale privata, come un ipermercato o una catena di negozi di abbigliamento, la cosa apparirebbe assurda e scandalosa. Pare normale ed accettabile allo stesso Miur, invece, che l'accesso all'aula virtuale sia subordinato all'iscrizione/affiliazione a multinazionali come Google o Microsoft. Si dirà: ma sono le multinazionali che mettono a disposizione i servizi necessari. Una risposta che ignora l'esistenza di servizi alternativi open source. E c'è da chiedersi come mai il Miur, che ha speso non pochi soldi per la digitalizzazione delle scuole — il Piano Nazionale Scuola Digitale — non abbia mai pensato a costruire una piattaforma per la didattica pubblica, gratuita e in grado di soddisfare tutte le richieste della legge in fatto di privacy. La didattica a distanza anticipa, sul piano virtuale, un futuro probabile e per molti desiderabile nel quale le scuole sono mantenute grazie alla sponsorizzazione dei privati e il diritto all'istruzione è merce di scambio. Intanto si educano gli studenti fin da piccoli ad accettare che lo spazio virtuale — che è sempre più uno spazio vitale — sia generosamente offerto da Google & Co., e che non vi sono alternative.
Il pensiero di Platone continua consapevolmente la linea orfico-pitagorica, che a sua volta è la manifestazione greca del paradigma indo-iranico della liberazione dal ciclo delle rinascite. Per Pitagora, che ha creato la parola, e per Platone la filosofia è esattamente la stessa cosa dello Yoga: la tecnologia del sé che libera l'anima prigioniera del mondo materiale e la riconduce al mondo vero (il Purusha nel Samkhya, l'Iperuranio in Platone). Il Socrate platonico non è che un riflesso di Pitagora. È il vero Socrate? Probabilmente non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che il Socrate di Senofonte è tanto diverso dal Socrate platonico-pitagorico quanto il Cristo dei Vangeli canonici è diverso da quello dei Vangeli gnostici. Il centro del suo pensiero è ancora la tecnologia del sé, ma con una direzione e uno scopo radicalmente differenti. Il Socrate dei Memorabili insegna l'ἐγκράτεια, il dominio su di sé, che non serve a liberarsi dalle pastoie della materia, ma a stare nel mondo con saggezza. Non è il discepolo di Pitagora, ma il maestro di Epicuro. Certo è che nelle due anime di Socrate — il sileno di Alcibiade, che cela un'essenza divina, e il Socrate umano troppo umano che nei Memorabili spiega a una prostituta come procacciarsi più clienti — ci sono le radici di tutto quello che sarà l'Occidente.
L'anarco-individualismo è ancora archismo. All' ἀρχή esterna – all'Origine divina e a qualsiasi entità esteriore che poggi su di essa – contrappone l' ἀρχή interna, ignorando che essa in Occidente si è formata nell'armatura di quell'Origine, senza della quale non esisterebbe. Tolta l'armatura, pretende di prenderne il posto, piuttosto che riconoscere la sua inconsistenza, dopo aver riconosciuto, proclamato l'inconsistenza dell'Origine.
L'annuncio della morte di Dio è ancora poca cosa. Quel che occorre sapere è che la morte di Dio comporta altre due cose: la morte della sostanza, la fine della cosa come l'abbiamo sempre intesa in Occidente, e la fine dell'io. Il più rivoluzionario dei filosofi moderni è Hume, ben prima di Nietzsche; e Nietzsche solo negli ultimi scritti giunge a cogliere la morte dell'io.
Anarchismo è la negazione di ogni fondamento. Dio, la sostanza, l'io.