Transit

politica

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(Pozzolo)

Ci hanno fatto credere che, in molte maniere, chi fa politica, chi detiene un potere (economico, sociale, fittizio come quello religioso), sia superiore agli altri. Prassi e pochissima voglia di mettere in discussione un assunto che è divenuto regola, chi si ribella è perduto: più che altro muore di solitudine o arriva al punto in cui percepisce che si sta sfiancando inutilmente.

Mettiamoci anche dell'insano masochismo, che porta moltissime persone a diventare zerbini 4.0, ovvero consenzienti e felici, e capiamo che è game, set e partita. Un immenso prato di sopraffazione dove pascolano indisturbati i fautori del “...Lei non sa chi sono io”, brucando l'erba del consenso in cambio dell'impunità e abbeverandosi alla fonte dell'ignoranza imperante.

Perciò risulta abbastanza ovvio l'atteggiamento di Campana nei confronti del Pozzolo, che per ridere si porta dietro una pistoletta da noir dell'800 (qui). Il che non significa che non possa ammazzare, sia detto. Basta mirare bene, avere qualche scusa pronta e fare le famose telefonate. Il che è risaputo e la vittima ne è consapevole.

Consapevolezza non scusabile. Rinviare una denuncia di qualche ora non è peccato. Lo è affermare certe cose, magari indotte da avvocati che vorrebbero recitare in qualche crime made in USA. Una così palese, scontata e avvilente affermazione di sudditanza dovrebbe risultare indigesta al popolo, termine con il quale ci si riempie la bocca per sputare sentenze spesso inique.

Quella stessa massa asservita che fa “sì, sì” con la testa a fronte di qualsiasi angheria, meglio se svolta contro le stesse leggi che dovrebbe ben conoscere (non chiediamolo agli “onorevoli”, fanno fatica a leggere). Mendicando favori e una cultura sociale/politica degna di “Rete 4”, si scatta sugli attenti e si battono i tacchi.

Il sig. Campana non è originale ed è pure prevedibile. Sarà uno dei milioni che non conosce un super potere che è stato inviato in dono (gratis, vuol dire) a tutti gli operai del mondo: la dignità. I più fortunati hanno anche quello della consapevolezza, che li rende invulnerabili: sono esattamente eguali a tutti gli altri e più uguali ai “potenti” dei potenti stessi.

Tu guarda. Incredibile. Se ci ragioni su un un attimo e cerchi questa forza, anche nelle tasche più nascoste, la trovi. Sempre. E non vanno nemmeno trovate scuse sugli antidoti che ti possono sparare contro: non esistono. E' roba fortissima, invincibile, che porta un esempio. Lo si può perfino seguire, ogni giorno ovunque.

Le scuse stanno a zero, anche se vogliono far credere il contrario. Milioni di operai, casalinghe, pensionati, ragazzi che non devono sentirsi inferiori a nessuno. Per costituzione, scritta e morale. Chi sbaglia paga, qualsiasi sia il suo nome, grado e parentela. Fateglielo capire ogni santo giorno. Non passeranno. (D.)

#Italia #Politica #Pozzolo #GovernoMeloni #Opinioni

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(Riforma premierato)

La riforma sul #premierato proposta dal #GovernoMeloni ha sollevato numerose preoccupazioni riguardo alla sua costituzionalità. Sebbene sia importante sottolineare che la costituzionalità di una legge spetta, in ultima analisi, alla Corte Costituzionale, si possono analizzare alcuni aspetti critici che potrebbero sollevare dubbi sulla conformità di questa proposta con la Costituzione Italiana. Proviamo a indicare alcuni dei principali motivi per cui la riforma potrebbe essere considerata incostituzionale.

Violazione dell'articolo 92 della #Costituzione. L'articolo 92 della Costituzione italiana stabilisce chiaramente che il Presidente del Consiglio dei Ministri è nominato dal Presidente della Repubblica. La proposta di riforma suggerisce una modifica a questa procedura, introducendo una maggiore influenza del Parlamento nella nomina del Premier. Questa modifica potrebbe essere considerata una violazione diretta dell'articolo 92 e potrebbe mettere in discussione il principio di separazione dei poteri sancito dalla Costituzione.

Bilanciamento dei poteri. La Costituzione italiana pone una forte enfasi sul bilanciamento dei poteri tra il governo, il parlamento e il Presidente della Repubblica. Qualsiasi tentativo di modificare questo equilibrio deve essere attentamente valutato. La riforma proposta potrebbe introdurre un'instabilità nel sistema politico italiano, consentendo al Parlamento di influenzare in modo eccessivo la nomina del Premier. Questo potrebbe compromettere l'efficienza del governo e la stabilità politica del paese.

Ruolo del Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica svolge un ruolo fondamentale nella nomina del Premier e nell'indirizzo della politica nazionale. La riforma potrebbe limitare il suo potere decisionale, conferendo al Parlamento un'importanza sproporzionata nella formazione del governo. Questo potrebbe compromettere l'indipendenza del Presidente della Repubblica e la sua capacità di agire come arbitro neutrale nelle questioni politiche.

Possibile conflitto con altri articoli costituzionali. La riforma potrebbe essere in conflitto con altri articoli della Costituzione italiana, come l'articolo 1 (che afferma l'unità della Repubblica) e l'articolo 54 (che tratta la formazione del governo). Qualsiasi modifica costituzionale deve essere coerente con l'insieme dei principi e dei valori sanciti nella Costituzione, al fine di garantire la stabilità del sistema politico italiano.

L'opinione degli esperti in diritto costituzionale. Gli esperti in diritto costituzionale potrebbero sollevare dubbi sulla costituzionalità della riforma proposta. La Corte Costituzionale tiene spesso conto delle opinioni degli esperti nella sua valutazione delle leggi, e se un numero significativo di giuristi costituzionali esprime preoccupazioni sulla riforma, ciò potrebbe influenzare il suo esito.

Potenziali implicazioni per il federalismo. La riforma potrebbe avere implicazioni per il sistema di governo regionale e per il federalismo in Italia (come piacerebbe a #Salvini.) Qualsiasi modifica che influenzi il processo di nomina del Premier potrebbe avere un impatto significativo sulle dinamiche tra il governo centrale e le regioni. È importante considerare attentamente queste implicazioni prima di apportare modifiche sostanziali al sistema politico italiano.

La riforma proposta dal Governo Meloni potrebbe essere considerata incostituzionale per vari motivi. Si dovrebbe rimettere alla Corte Costituzionale per valutarne la sua conformità. È importante che qualsiasi modifica costituzionale sia sottoposta a un esame rigoroso e approfondito per garantire che rispetti i principi fondamentali della Costituzione e non comprometta l'equilibrio dei poteri nel sistema politico italiano.

E' lampante che questo esecutivo punti a rimettere in circolo una falsa idea della democrazia: quella che vuole “...l'uomo -o la donna- solo/a al comando.” Come avviene da più di anno, sì. Ci ricorda qualcuno e qualcosa. Con grande tristezza.

#Blog #Opinioni #Politica #Italia

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Dieci righe 87

(Come stai?)

La trasformazione sta avvenendo, è qui. Su tutti i “media” mainstream gira a palla la pubblicità che vedete in foto. Come abbiamo già detto, molto americana, molto hollywoodiana: ci sono decine di film che parlano delle assicurazioni mediche, ci sono stati politici veri che su questa cosa si sono giocati tutto. Eppure non riusciamo ancora a pensare che uno Stato con una #sanitàpubblica che è, per Costituzione, data a tutti stia scivolando verso questa vergogna. E' semplice, lo si intuisce: ci saranno categorie protette e curate e, dopo, tutti gli altri. Molto dopo. Lo smantellamento è, in realtà, in atto da decenni e nessun Governo è innocente. Più o meno nascostamente si è continuato a sottrarre fondi, professionalità e persino umanità alle strutture sanitarie: siamo allo sprofondo, in moltissime Regioni. Ma non può e non deve mai essere solo una questione di soldi. La salute ed il benessere dei cittadini è una delle priorità dello #Stato (di altre, altrettanto vessate, abbiamo parlato). Il #GovernoMeloni ha la forza, per ora, e l'appoggio per fare di questo scempio una sorta di “riforma” a favore dei propri veri sostenitori: le lobby, il capitalismo, il #welfare che arricchisce coloro che si sentono ispirati dal liberismo criminale. Il tutto suffragato dal sostegno di milioni di Italiani, così presi dal loro status, dalla loro (presunta) tranquillità economica che possono allegramente sbattersene degli altri. In un mondo sempre più arrogante e disfunzionale, dove regna un'anarchia morale che schiaccia i deboli ci stiamo uniformando. Chi non lotta contro questa e tutte le altre infamie, sul #lavoro, nella #politica, nella vita dei nostri figli, nella scuola, è solo un vigliacco destinato a svegliarsi quando sarà troppo tardi. (A&D)

Nota: questo post, leggermente diverso, è apparso su altri #SocialMedia, sempre nella giornata di oggi.

#Blog #DieciRighe #Italia #Opinioni

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Dieci righe 74

(La bagarre dei cialtroni)

La #bagarre di oggi al #Parlamento non dovrebbe fare nessun effetto (potete leggerne qui). Nemmeno la castronata di ieri, sull'approvazione del #DEF di cui questa baruffa è la conseguenza. Ancora meno sopportabili sono espressioni del tipo “...questa è la gente che è stata eletta” o “...la #politica è lo specchio del paese.” La prima è falsa, vista la Legge elettorale che ci ritroviamo. La seconda suona fessa anch'essa, seppur meno. A che serve ricordare a dei cialtroni che una buona parte di chi va a votare è stupida quanto loro? L' altra metà lo sa benissimo, ma nessuno dei due elementi è scevro da colpe. Si dovrebbe pensare a ciò che si fa, come singoli. Si dovrebbe avere il coraggio delle proprie azioni e andare contro ciò che fa essere dell'#Italia un paese disastrato. Si può iniziare dal ricominciare a pensare da soli, senza per forza farsi parte di “tonnare di persone” che vagano senza meta (e senza saper scrivere corretto nemmeno il proprio cognome.) Così, per sfizio. O per spasso. (D.)

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Dieci righe 67

(Lavoro femminile)

La via del #GovernoMeloni per risolvere i problemi di #natalità e bassa occupazione passa dalle donne. Nel suo intervento a #Milano (qui) la #Premier continua in una vasta campagna di propaganda che sa molto di vecchio, di reazionario: e quando mai le donne non debbono salvare l'economia e anche fare più figli? Un mondo che le ostracizza, quello del #lavoro in Italia, sempre e continuamente, che è ancora pregno (sic) di un maschilismo neanche troppo sottile, che delega, delega e delega ancora alla forza del genere femminile quella parte così decisiva della crescita dei figli. Metterla giù così a me sembra, se non offensivo, quasi. Il tutto mentre, appunto, le politiche per il lavoro, gli aiuti alle famiglie, l'inserimento ad alti livelli dell'intelligenza femminile non mi pare siano al centro dei programmi. Quindi, le solite chiacchiere e distintivo. Il gioco che viene bene a questi. (D.)

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Dieci righe 65

(Sfratti)

L'#Italia, paese delle emergenze perenni. Non si esce quasi mai da situazione che affondano il loro inizio negli anni passati, forse decenni. Quella della #casa è una di quelle più brutte, più umilianti per uno Stato che non riesce a garantire il diritto ad avere un'abitazione a tutti (non è, infatti, lo Stato parziale: non dovrebbe.) Il patrimonio immobiliare italiano, come in tutto l'Occidente industrializzato, è in mano, all'atto pratico, ai privati: e se è “giusto” che questi ne traggano beneficio, cosa che il sistema capitalistico/liberale non metterà mai in discussione, non vi è una politica seria ed efficace di edilizia agevolata, popolare se volete. Gli #sfratti sono ricominciati (qui un esaustivo reportage) con la tipica delicatezza dedicata ai peggiori facinorosi. Vessare e non capire, menare e non fare, in realtà, nulla dovrebbe portare solo ad un unico finale: la ribellione in massa. E quando mai, se i soldi comanderanno fino ad essere loro il vero governo? Nota: tralascio, per ora, l'ampio discorso sugli affitti temporanei per turismo e la loro vertiginosa e spesso deleteria crescita. (D.)

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Dieci righe 63

(Calenda vs Renzi)

Chissà come sarebbe il mondo di #Calenda e #Renzi se non esistesse #Twitter. Come si sentirebbero a dover aspettare qualche ora, od un paio di giorni, per poter insultare quello che una volta era un amico. La miserevole fine del #TerzoPolo (qui le ultime gesta) è il brodino allungato in un modo di agire che, nella politica italiana, è sempre piaciuto. Prima i calici bevuti insieme, dopo il fiele gratuito a piene mani. Solo che oggi è tutto immediato, visibile e condivisibile: i branchi di supporters sguaiati si possono nutrire al volo, in 480 caratteri. Anche meno, che per mandare in mona qualcuno non servono tante chiacchiere. La cosa buona è che anche chi resta fuori, alla vecchia “finestra”, può leggere e ridere. Soprattutto, si sa, deridere e perculare. Insomma anche con lo squallore di questi due individui una risata possiamo farcela. Che resta poco altro, su. (D.)

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Dieci righe 60

(Renzilenda)

#RenziLenda sarebbe questo benedetto “#TerzoPolo”. Sarebbe se non fosse l'agone di due personalità ambivalenti e un po' schizofreniche. Mille impegni extra politici per #Renzi, che sembra voler tutto e fare tutto. Soprattutto tanti bei viaggi, che la politica stanca. #Calenda ondeggia: un modello opportunistico quasi perfetto, che con una mano sta davanti e con l'altra dietro. In questi giorni (qui) i due ragionano, magari via #SocialNetwork, su che si dovrà fare. Come i ragazzini che non trovano chi fa il portiere, sembrano solo quelli che prendono tempo per vedere se qualcuno gli dà un'idea buona. Ed intanto, visti i risultati delle #Regionali del #FriuliVeneziaGiulia (per dire solo gli ultimi numeri), sarebbe il caso che pensassero a fare squadra. Tanto chi parerà le loro minchiate lo trovano: magari con i soldi degli Arabi. (D.)

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Dieci righe 53

I quattro

Non siamo andati al mare, dopo aver votato. Con tutto che sta facendo più caldo del sopportabile, in questo periodo, è ancora freschetto. E troppa gente lo avrà fatto: è indubbio che, essendo “animali sociali”, ci ritroviamo sempre quasi tutti nello stesso posto. Oggi e domani qui, in #FriuliVeneziaGiulia, si vota per la Presidenza della Regione e per un po' di #Comuni (qui). Al solito, quando si parla della “Provincia dell'Impero” pochissimi si sono sbattuti a parlarne. Resta il fatto che oltre un milione di persone ha facoltà di voto, da queste parti. Ed anche se #Fedriga si dice abbia già vinto, spero che la percentuale ai seggi sia alta. Perchè quello di andare al seggio è una delle poche cose rimaste che sembra (SEMBRA) Democrazia. Faccio un'iperbole, è ovvio. Capitemi. (D.)

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Dieci righe 52

Tajani

Ed allora, affinando un pensiero che si è espresso molte volte, mettiamola sulla dialettica. Forse #Tajani ha pensato che qui, a #Udine, siamo dei sempliciotti e che serva, per forza, parlare come uno definibile in tale maniera. Più probabilmente i suoi paragoni (qui) sono stupidi. Molto. Oltretutto, come il suo amico #LaRussa, ciarla come un imbonitore da pochi spiccioli, arrogandosi il diritto (che non ha) di dire “alle donne” cosa possono e non possono fare. Roba vecchia, roba insulsa. Ha certamente il diritto di pensarla come ritiene più opportuno, ma da uno che è stato anche Presidente del Parlamento Europeo ci si potrebbe aspettare un filino di più. Magari un uso della lingua italiana meno rozzo. Sarebbe un inizio, anche se, nei fatti, non vedo l'ora che questi la finiscano. (D.)

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