La dolcezza del Natale

Ieri sera, passando davanti ad un bellissimo e nuovissimo atelier di abiti da sposa, mi è venuto in mente il piccolo negozio che c’era al suo posto, nei lontani anni ’70.

Io dovevo avere più o meno 8-9 anni, quando andavo con mio padre a fare la spesa di Natale. Andavamo in macchina in questo piccolo negozio che vendeva al dettaglio con prezzi dell’ingrosso e compravamo il panettone, il torrone, spumante, fichi secchi e datteri, frutta secca e basta. Tutta la spesa entrava in un paio di sacchetti di plastica. Non si comprava altro, quella era la scorta per Natale e per Capodanno. Io aiutavo mio padre a caricare il tutto, senza chiedere niente. Ero già consapevole che la somma da spendere era fissa e non prevedeva extra.

Tutto sommato eravamo una famiglia benestante. Non tutti potevano permettersi di comprare tutta quella roba. Quel piccolo negozio per me era il paese della cuccagna, perché era pieno di leccornie che si mangiavano una sola volta l’anno. Ed era una delle poche cose che facevamo insieme io e mio padre.

Nello stesso edificio oggi c'è un concessionario di auto e al primo piano un atelier. Anche mio padre non c'è più. A volte avrei voluto fare più cose insieme a lui, ma per il suo carattere, per l'epoca nella quale ha vissuto, per la sua disabilità (zoppicava con un piede), non fu mai un padre di quelli che passano del tempo insieme ai figli, che li abbracciano e li baciano.

Non mi è mai mancato il sostegno materiale, essenziale ma mi bastava. Non mi sono mai mancati i consigli. Forse mi sono mancate le manifestazioni d'affetto. Ma lo ricordo con amore.

Ricordo benissimo alcune cose, tipo quando si faceva il presepe con le scatole dei medicinali finiti, che diventavano casette, o con i trucioli di carta che portava dalla tipografia, che diventavano ciottoli. La cioccolata fondente e le gallette dolci (durissime) dell'Aeronautica Militare. Il burro in scatola, che spalmavamo sul pane raffermo e mettevamo in equilibrio sulla parabola metallica della stufa a gas per trasformarlo in una buonissima bruschetta al burro.

Il Natale di oggi non è più Natale, sembra la “Festa dell'Inverno”. Si spende, si gira per negozi, per regali. Molti iniziano ad odiarlo, e non posso dargli torto.

Alessandra White